Crossroads Jonathan Franzen

Segreti e ipocrisie della famiglia perfetta di un pastore della piccola comunità cristiana di New Prospect, Illinois. Chi ha amato “Libertà“, “Le correzioni” e “Purity” (tanto per citare i più famosi) amerà anche questo nuovo atteso romanzo di Jonathan Franzen, “Crossroads“, che racconta tra passato e presente le vite aggrovigliate dei sei componenti della famiglia Hildebrandt, sgretolandone pagina dopo pagina l’immagine esteriore.
A esordire è il capofamiglia Russ, in piena crisi di mezza età, sull’orlo di commettere adulterio con una sua graziosa parrocchiana vedova, Frances, che con il suo sorriso malizioso mette in dubbio la fede e le certezze del pastore. Inoltre Russ ha da poco perso il controllo su Crossroads, l’associazione cristiana giovanile della sua chiesa, costretto ad affidarne la guida al suo collega e rivale Rick Ambrose, idolo degli adolescenti che frequentano la sua chiesa. Le 6oo pagine del romanzo colgono poi gli altri componenti della famiglia nella quotidiana e strenua battaglia tra i principi della fede nella quale sono cresciuti e le loro “insane” pulsioni più intime.
Clem, il primogenito, combatte contro il pacifismo del padre e vuole arruolarsi per andare a combattere in Vietnam, non perché creda nella guerra, ma solo per non essere un privilegiato bianco che resta casa mentre i neri e poveri sono mandati a morire.
Sua sorella, la bella e popolare Becky, sempre al centro dell’attenzione dei coetanei, scopre l’amore e si butta tra le braccia di Tanner, il più ambito tra i ragazzi della comunità, anche a costo di fare del male alla sua ragazza e calpestare i principi con i quali è cresciuta. Se tra lei e Clem c’è sempre stato un rapporto speciale e forse malato, la crescita amorosa di Becky li allontanerà per sempre.
Perry, il più intelligente dei fratelli, è un adolescente decisamente problematico, che si droga di nascosto, ruba e va d’accordo solo con il fratellino minore, Judson l’unico che ancora sembra navigare nel mare dell’innocenza.
Ma centro della narrazione è Marion, sposa e madre di famiglia, docile e tranquilla, sempre disponibile per tutti, ignorata dai figli e mal sopportata dal marito che quando l’aveva incontrata aveva visto in lei la salvezza da se stesso, ma che ora ne coglie solo la sua bellezza appassita e le rotondità di troppo

Era diventata invisibile a suo marito. Invisibile anche ai suoi figli, resa anonima dalla densa, tiepida nube di mammità attraverso cui la percepivano.

L’allontanamento del marito riporta a galla segreti del suo passato che Marion non gli ha mai confessato e la fanno regredire a quello stato psicologicamente instabile che ha caratterizzato la sua tormentata giovinezza. Marion che aveva trovato nel mite pastore una possibilità di redenzione ora vede il possibile adulterio del marito come una inesorabile nuova punizione. Ma mentre gli altri restano prigionieri dei loro segreti, la sua metamorfosi va al contrario, disvelata a ritroso fino all’esplosione che coglierà tutti di sorpresa ma che le darà una forza che non credeva di avere.

Legati da vincoli di sangue ma completamente estranei tra loro, gli Hildedbrandt  si muovono a tentoni in una società che sta cambiando, divorati dai sensi di colpa, limitati nei sogni e impauriti dalla vita. Con la sua penna a tratti ironica Jonathan Franzen racconta una storia drammatica e avvincente sullo sfondo di un America “ai margini”, riflettendo ancora una volta sulla crisi del mondo borghese. Crossroads è un romanzo intenso, denso di spunti e tematiche, a volte anche troppo ridondante, ma grazie alla sua indubbia tecnica narrativa Franzen sa costruire un romanzo classico che inizia i giorni dell’Avvento dell’anno 1971 e si conclude a Pasqua, primo capitolo della trilogia intitolata “La chiave di tutte le mitologie” la saga di una famiglia nella vasta e variegata provincia americana, che probabilmente arriverà fino ai giorni nostri. Da leggere, sicuramente.

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