Il figlio del mago Sandrone Dazieri

“Il figlio del mago“, l’ultimo romanzo di Sandrone Dazieri ruota intorno ai misteri irrisolti dei delitti del “Mostro di Firenze“, che fanno da sfondo alla vicenda nella quale, nell’estate del 1993, si trova coinvolto il protagonista. Antonio è un quindicenne diviso tra due mondi: quello dei giostrai a cui appartiene il padre, detto “Il mago” perchè legge nelle carte il futuro e quello “gaggi” della famiglia di sua madre con cui vive.
Quando il padre all’improvviso muore nel rogo del suo camper, la vita già incerta del ragazzo va in frantumi e anche se i carabinieri sono certi che sia stato un incidente, Antonio è deciso a scoprire la verità, indagando di nascosto, anche a costo di farsi male. Tra gli indizi che altri avevano trascurato, ci sono i libri del padre che sembrano contenere segreti che si collegano a quegli efferati delitti che hanno tenuto col fiato sospeso una intera comunità. Violenza e tradimenti accompagnano la strada verso la verità e la crescita personale del ragazzo. Perchè il romanzo è un thriller ma anche un romanzo di formazione.

Per chi non lo conoscesse, Sandrone Dazieri, uno dei più grandi scrittori di noir italiani, molto apprezzato anche all’estero, è lui stesso un personaggio da romanzo. Nato a Cremona, dopo avere fatto il cuoco, si trasferisce a Milano dove frequenta i centri sociali (in particolare il Leoncavallo) e la sua militanza politica gli costa vari arresti e processi. Da correttore di bozze a giornalista per il Manifesto, fino alla carriera in Mondadori dove dirige il settore Gialli e poi quello dei libri per ragazzi.  Nel 1999 pubblica il suo primo romanzo Attenti al Gorilla che diventerà una serie di culto. Protagonista un ex investigatore che gli somiglia molto e che vive alla giornata in una Milano fredda e inospitale.

Con una scrittura meno cinica di quella a cui ci ha abituati, sempre molto “dark”, ma con sfumature inedite,”Il figlio del mago” è un noir avvincente e malinconico che colpisce per la tenerezza con cui tratteggia l’adolescente al centro della vicenda, in cerca del padre e di una sua identità. E conferma che Dazieri è uno di quei rari scrittori in grado di uscire dai suoi stessi stereotipi, pur rimanendo se stesso.

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