Con “La guerra dei Traversa” Alessandro Perissinotto racconta cent’anni di storia di una famiglia come tante di quell’Italia che agli albori del fascismo è stata a guardare senza riuscire a coglierne la portata delle conseguenze a lungo termine. Tutto ha inizio il 18 dicembre 1922 a Torino (città che all’epoca era tra le meno fasciste in Italia, anche per la sua tradizionale vicinanza al trono sabaudo) quando il Partito nazionale fascista, diventato da poco forza di governo, mette alla prova la propria totale impunità facendo strage di oppositori politici. Ne uccide una trentina e tra questi l’operaio Pietro Ferrero, che viene legato vivo a un camion e trascinato morente per le strade.
Da quell’episodio poco conosciuto ha inizio la rovina della famiglia Traversa, il cui capofamiglia Luigi gran lavoratore, dopo avere creato dal nulla la sua piccola impresa, era stato ammesso alla Lega degli industriali. Un traguardo che si illudeva l’avrebbe tenuto al di fuori delle dispute politiche e garantito il futuro della famiglia, anche se, con suo grande dispiacere, nessuno dei suoi figli sembra interessato alla ditta. Carlo, appassionato di teatro, pensa solo a correre dietro alle cantanti liriche, Mario ha una fissazione per gli sci e la montagna e Alfredo, il più “sano”, comincia a manifestare idee comuniste, insieme al suo amico Tazio, semplice operaio, fidanzato dell’unica figlia femmina Teresa.
Alfredo è contro Mussolini, convinto che in breve tempo lo faranno fuori, mentre il padre è convinto che le cose continueranno come prima. Ma se le discussioni in famiglia tra padre e figlio sembrano frutto di un normale scontro generazionale, quando i fascisti cominciano a fare sul serio, dando la caccia e uccidendo gli oppositori del regime, Alfredo e Tazio per il semplice sospetto di essere socialisti o comunisti , sono costretti a fuggire nei boschi e a rifugiarsi in un casale di montagna, braccati da altri giovani come loro, ma schierati dall’altra parte, quella che appoggia il governo e crede che con Mussolini al potere le cose andranno meglio.
In quel momento inizia la rovina della famiglia Traversa, prima divisa e poi lacerata tra fascisti e antifascisti, con rotture irreparabili tra fratelli dopo la latitanza di Alfredo, riparato in Francia. Una privatissima guerra dei cent’anni che continua anche oggi, come racconta il narratore ottantenne, ultimo discendente, che ancora sogna la vendetta contro chi oggi si rifiuta di abiurare il suo passato fascista.
La storia iniziata il 18 dicembre 1922 finisce lì, il 25 luglio 1951 E non è un lieto fine. Ma il diritto a essere raccontate è riservato solo alle storie felici?
In mezzo alle bombe blockbuster , sperimentate per la prima volta su Torino e destinate in seguito a radere al suolo le città italiane, si svolge la tragedia di una famiglia lacerata e vittima degli eventi che si ripercuoteranno su tutto il paese, con le conseguenze che tutti conosciamo. Perissinotto alimenta lo scontro e usa la scrittura come arma e antidoto alla dimenticanza riportandoci quasi a forza in un periodo storico finito, ma mai concluso. Come se l’effetto di quelle bombe, dell’odio e della violenza, non avesse ancora finito di propagarsi.
L’Autore, che nella sua carriera si è cimentato in vari generi, tra cui il thriller, con questo romanzo intenso e coinvolgente vince l’ardua sfida di trasformare la storia in letteratura.
Autore | Alessandro Perissinotto |
Titolo | La guerra dei Traversa |
Editore | Mondadori |
Pagine | 252 |
Prezzo | € 19,50 |
Anno | 2024 |