Con “La spiaggia degli affogati” (Ponte alle Grazie) torna Domingo Villar, maestro del noir spagnolo (che si è fatto conoscere dal pubblico internazionale con L’ultimo traghetto), da molti paragonato a Camilleri soprattutto per le ambientazioni dei suoi gialli e l’umanità dei personaggi. Siamo in Galizia, sulla costa Nord della Spagna, al confine con il Portogallo. Un mondo lontano da Madrid dove in ottobre, quando diminuiscono i turisti, restano le piogge, il mare in tempesta e la vita dura dei pescatori tra notti sulle barche e pomeriggi in taverne che sembrano cristallizzate in un tempo fatto di partite a carte e bevute collettive per affogare la fatica della lotta quotidiana con il mare. E’ in uno di questi paesi, Panxón, a sud di Vigo (che è anche la città natale dell’Autore e che è sempre protagonista dei suoi romanzi) che il cadavere di un marinaio affogato con i polsi legati dietro la schiena si arena sulla spiaggia e sconvolge la vita tranquilla della comunità. A indagare è l’ispettore Leo Caldas, che qui è nato e che si trova invischiato in qualcosa di più grande di un semplice omicidio; un mistero che porta con sé vicende sepolte nel passato, compreso il naufragio della barca del Capitano Sousa a bordo della quale vi erano tre giovani marinai, tra cui proprio la vittima, Justo Castelo detto il biondo. Gli altri due marinai che insieme a lui si erano miracolosamente salvati, vivono in paese ma non si parlano tra loro e non collaborano alle indagini. Hanno chiaramente paura. Ma di cosa? Nemmeno le maniere forti del collaboratore di Caldas, Rafael Estévez, lo straniero aragonese, li convince ad aprirsi. Ma Caldas, che si barcamena tra le visite al padre vignaiolo, quelle in ospedale allo zio malato e i rimpianti di un amore finito ( o forse no) non molla e continua caparbiamente a cercare la verità, affrontando le sue debolezze, tra cui una fastidiosa nausea che lo coglie in auto e soprattutto in mare. Un’indagine complicata, tra omertà, scongiuri e un fantasma che appare tra le viuzze avvolte nella nebbia, con un susseguirsi di colpi di scena fino al gran finale. Ma anche se la trama è quella tradizionale di un giallo, con la cura del particolare degli indizi disseminati lungo la strada nella ricerca del colpevole, il fascino del romanzo sta nell’atmosfera, e nei paesaggi malinconici in cui si muove il protagonista un po’ lento e svagato, ma tenacemente attaccato alle tradizioni anche culinarie della sua terra (come i percebes, crostacei quasi introvabili che si mangiano bolliti).
Anche se da molti anni vive a Madrid, Domingo Villar, orgogliosamente Galego, scrive i suoi romanzi in galiziano e in castigliano e racconta di un mondo affascinante e forse perduto. Così la sua saga noir (che è approdata al cinema) è anche un omaggio alla sua terra.
Autore | Domingo Villar |
Titolo | La spiaggia degli affogati |
Editore | Ponte alle Grazie |
Traduttore | Simone Cattaneo |
Pagine | 492 |
Prezzo | € 18.50 |