La vegetariana Han Kang

Strano libro questo “La vegetariana” della sud-coreana Han Kang, 44enne figlia di un noto romanziere locale e molto nota nel suo paese, anche se con questo breve romanzo ha suscitato molte critiche in un paese dove la carne viene molto apprezzata (raccapricciante per noi occidentali il racconto dell’uccisione del cane che aveva morso la protagonista bambina e che viene cucinato e gustato da tutta la famiglia, compresa la bambina).

Yeong-hye, scialba moglie di un insignificante e ottuso giovane uomo, non diventa vegetariana solo perchè all’improvviso la carne le fa ribrezzo, ma parte da questa scelta (incomprensibile per la famiglia e la rigida società coreana) per intraprendere un suo personale cammino che la porta ad allontanarsi sempre più dalla realtà che la circonda e isolarsi in un mondo dove può essere se stessa. La sua è una protesta estrema che passa attraverso il rifiuto della carne per arrivare a liberarsi da ogni convenzione, come andare in giro nuda, farsi dipingere il corpo, fare sesso, cercare la morte, con una placida indifferenza che le nega qualsiasi comprensione da parte dei famigliari.
Per il marito è un fardello di cui liberarsi al più presto, per il fragile cognato è un’ossessione erotica, per la sorella è lo specchio di una ribellione che non ha mai avuto il coraggio di attuare.

Quello di  Yeong, che sogna di trasformarsi in un albero, è un violento atto di accusa nei confronti di una società che impone alla donna di essere sottomessa al marito e alla famiglia. In Corea il libro ha fatto scandalo, mentre in altri paesi, tra cui Inghilterra è piaciuto tanto da fargli guadagnare l’International Man Booker Prize (battendo ingiustamente, lasciatemelo dire, Elena Ferrante )

Il romanzo di Han Kang è scritto bene e, anche se certi estremismi, anche stilistici,  sono difficili da comprendere per noi occidentali, vi invito a non scoraggiarvi. Lo chiudi, pensi “boh” e poi ti scoppia dentro e non riesci più a liberatene.

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