Lo scrittore basco Fernando Aramburu, con “Patria” getta sale su una ferita ancora aperta in Spagna, quella di oltre cinquant’anni di guerra fratricida, con i separatisti baschi in lotta per la creazione di uno Stato socialista indipendente nei territori spagnoli e francesi di lingua Euskera, con migliaia di attentati e un impatto quotidiano con la violenza in tutto il paese. E anche questo romanzo non avrebbe potuto essere pubblicato prima del 2011, quando i membri incappucciati dell’Eta annunciarono in una conferenza stampa la fine della lotta armata.
Aramburu racconta magistralmente la Storia attraverso le vicende di due famiglie amiche/nemiche di un piccolo paese alle porte di San Sebastiàn, quelle di Joxian e del Txato, vicini di casa e inseparabili amici come le loro mogli Miren e Bittori e i loro figli. Ma l’assassinio del Txato, piccolo imprenditore, preso di mira dall’ETA perché si rifiutava di pagare il “pizzo” alla lotta armata, stravolge anche i rapporti personali, separando definitivamente i due mondi e costringendo le vittime ad allontanarsi dal paese, schierato compatto dalla parte dell’Eta. La fine della lotta armata non spegne i rancori e quando la vedova decide di tornare nel suo paese, si trova davanti un muro di odio e diffidenza.
A guidare le ostilità la ex amica Miren, che invece, per amore del figlio Joxe Mari finito in carcere e probabile responsabile della morte del Txato, ha abbracciato senza riserve la lotta armata. Ma Bittori non si arrende: vuole la verità sulla morte del marito e soprattutto pretende che le si chieda perdono. «Fino a quando non lo avrò non penso di morire» dice ai suoi figli. Se ci riuscirà lo scoprirete solo nel finale, bellissimo.
Fernando Aramburu, nato a San Sebastián nel 1959, anno in cui è nata l’Eta, ci regala un romanzo potente, importante e scritto con una capacità narrativa e uno stile assolutamente unico che vede l’alternanza del racconto in prima e terza persona, continui salti temporali tra passato e presente, uso della contrapposizione anche tra parole (“canta/parla”, “pensa/dice”…)
“Patria” non è solo un romanzo sulla società basca o sul terrorismo perchè gli interrogativi che propone vanno al di là delle vicende. “Chi ha torto e chi ha ragione” non se lo chiedono più le due madri, ormai granitiche nelle loro convinzioni, ma tutti gli altri personaggi, specie i figli, quelli che rimarranno, quelli che sono in grado di cambiare, che hanno sofferto ma vogliono vivere al di là delle idee e degli stereotipi, interrogandosi sulle tante verità e andando oltre l’impossibilità per le vittime di perdonare e per i carnefici, di chiedere perdono.
Autore | Fernando Aramburu |
Titolo | Patria |
Editore | Guanda |
Pagine | 640 |
Prezzo | €19 |