La ragazza perfetta Gilly MacMillan

Forse l’avete già conosciuta per 9 giorni il suo libro di esordio, che usando il ritmo del thriller ci cala nelle angosce di una madre che improvvisamente si volta e non vede più il figlioletto che era con lei. Resta la famiglia il campo di elezione di Gilly anche in questa seconda prova, tradotta il 14 Paesi che scala le classifiche (anche italiane). Il territorio dove si muove meglio. La trama, originale certo, ci porta dentro il gorgo delle incertezze con la giusta velocità: Zoe è una ragazza perfetta e anche un piccolo genio della musica. Alla vigilia di un importante concerto che la consacrerà un mito nascente, la madre di Zoe muore. Da qui si parte con la tecnica del back-forward a scavare nel passato della ragazza che non è così limpido. A 14 anni Zoe ha causato la morte di tre amici, ha pagato con il carcere ed è pronta per una nuova vita. Che però non è così scontato sia quella giusta. Se il thriller psicologico, tanto di moda oggi, vi sembra ripetitivo, nella storia di Zoe c’è molto di più, c’è il confine sottile tra menzogna e verità che spesso si confondono, c’è l’abilità dell’autrice nel lasciare al lettore la possibilità di scegliere cosa è vero e cosa è falso. Provateci, state tranquilli, sbaglierete comunque. Come ogni buon esempio di romanzo tra il giallo e il noir, ci sono i colpi di scena imprevedibili, che sostengono la corsa a rotta di collo verso la fine, ma voi fermatevi un attimo a riflettere sui tanti temi, di grande attualità e dolore, che entrano nel corso della storia: il bullismo, la violenza domestica, l’esperienza del carcere minorile, il rapporto genitori-figli. Fino alla morale finale, che non sempre è l’obiettivo di un thriller: la nostra vita è il risultato delle nostre scelte. Soprattutto di quelle sbagliate.

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